pensieri e parole

Piu' di un mese e' passato dall'inizio della mia avventura bosniaca. Per la prima volta riesco a trovare il tempo di buttare giu' due parole..e per ricominciare a parlare di questo paese, di questa vita.
Vorrei parlare delle strade di Sarajevo, dei bar undergrounds, del mondo internazionale, dei tanti italiani che pullunano i field offices, di Zoran e del mio sforzo di capire questa cultura. Vorrei parlare di Lilit, del suo passato armeno e della sua bizzarra personalita'. Di Jela, di Viera, padrona di casa e vedova di un musicista famoso. Del mio appartamento a Foca e della stanza che divido a Sarajevo per i weekends. Di Saida, Milijenko, Sergio,..della lingua bosniaca, dello spagnolo, della musica, dei cevapcici, del passato, del dolore di queso paese, del complesso intreccio istituzionale che ha creato Dayton, delle tante Bosnie che non ne formano nemeno una intera. Di vulnerabilià e di libertà. Di tante cose che non riesco a raccontare. Di Srebrenica, di Dodik, di Foca, Gorazde, odore di legno bruciato.

Troppe cose :o)