Freespirits

Solamente la ardiente paciencia hará que conquistemos una espléndida felicidad

Monday, November 17, 2008

i gatti di Skopje

I gatti, alcuni li amano, altri li ignorano o ne contestano la natura indipendente. Gli amanti dei cani spesso non sono grandi fan dei gatti, credo perche’ preferiscono avere un animale che li venera, e che attende sbavante il loro ritorno a casa. Gli amanti dei cani vogliono un animale che segue gli ordini, che esalta il padrone e che probabilmente lo rinvigorisce nel suo ego, schiacciato quotidianamente dalle dinamiche socio-lavorative. Il gatto pero’ mi ha sempre attratta di piu’, proprio perche’ non e’ schiavo del padrone ed e’ indipendente, ma in fondo ha lo stesso bisogno di amore. Il carattere dei gatti lo sento affine. Amano senza diventare invadenti, sono indipendenti senza essere insensibili. Soffrono da soli ma sanno essere felici in compagnia. Furbacchioni e ruffiani, dolci e ribelli.
I gatti di Skopje sono tanti, sporchi, arruffati. Spesso dimezzati dagli inverni rigidi, sono i re e le regine dei cassonetti. Se butti via un sacchetto di immondizia, quasi sicuramente sentirai un “mao” e un gattone scappera via. Al contrario dei cani che vengono vaccinati e poi rimessi in strada, i gatti sono lasciati a se stessi..molto spesso ignorati, a volte capita che un passante dal cuore sensibile si intenerisca davanti a un cucciolo abbandonato e se lo porti a casa.

Ho trovato Barack il giorno delle elezioni americane, il suo miagolio era piu’ forte del suono delle macchine e dei clacson macedoni. Era piccolo, arancione e per niente spaventato. L’ho messo sul mio braccio e l’ho portato dal veterinario, tanto per controllare che stesse bene. Speravo e spero ancora di trovare una famiglia macedone che voglia tenerlo; ma in questo paese asservito al capitalismo rampante, i bar rumorosi e i centri commerciali pieni di gente, in questo paese dove tanta gente vive in condizioni di squallore costante, gli animali davvero non fanno tenerezza. I cani e gatti domestici sono di razza, sono uno strumento di vanita’ come le macchine nuove e i vestiti di marca. Cosi’ Barack, che e' arrivato con pulci, tigna e schifezze nelle orecchie, sta meglio e cresce nel bagno di casa. Le sue ore di liberta’, quando non sono dedicate a pulirlo e curarlo, le passa saltellando attorno ai divani del salotto, giocando con qualsiasi cosa. A volte mi tende dei tranelli, nascondendosi in corridoio per poi spuntare fuori all’attacco dei miei piedi. Adora il pollo, caga come un toro, e fa le fusa a piu’ non posso. Alla faccia di chi dice che i gatti non si attaccano, Barack mi segue ovunque, in bagno, in camera. Miagolando e sperando di giocare, segue le mie orme e odore e se non mi trova si mette sulla mia sciarpa o cappotto. Ieri ho avuto una giornata di malinconia domenicale. Una di quelle giornate in pigiama, occhiali, il tempo grigio, la televisione accessa e il frigo che si apre e chiude in continuazione. E mentre sommessamente mi avvoltolavo nel letto, Barack e’ venuto accanto e con un miagolio nuovo, dolce e sommesso... fatto a bocca chiusa, mi ha guardata con due occhioni spalancati facendo le fusa come un motorino. Tanto ha fatto che mi ha trascinata fuori dal letto. I gatti di Skopje sono capaci anche di salvarti dalle domeniche di "saudade".

Wednesday, November 12, 2008

Dopo l'euforia, parole da ricordare

It was a creed written into the founding documents that declared the destiny of a nation.
Yes we can.
It was whispered by slaves and abolitionists as they blazed a trail toward freedom.
Yes we can.
It was sung by immigrants as they struck out from distant shores and pioneers who pushed westward against an unforgiving wilderness.
Yes we can.
It was the call of workers who organized; women who reached for the ballots; a President who chose the moon as our new frontier; and a King who took us to the mountaintop and pointed the way to the Promised Land.
Yes we can to justice and equality.
Yes we can to opportunity and prosperity.
Yes we can heal this nation.
Yes we can repair this world.
Yes we can.
We know the battle ahead will be long, but always remember that no matter what obstacles stand in our way, nothing can stand in the way of the power of millions of voices calling for change. (We want change.)
We have been told we cannot do this by a chorus of cynics…they will only grow louder and more dissonant ……….. We’ve been asked to pause for a reality check. We’ve been warned against offering the people of this nation false hope.
But in the unlikely story that is America, there has never been anything false about hope.
Now the hopes of the little girl who goes to a crumbling school in Dillon are the same as the dreams of the boy who learns on the streets of LA; we will remember that there is something happening in America; that we are not as divided as our politics suggests; that we are one people; we are one nation; and together, we will begin the next great chapter in the American story with three words that will ring from coast to coast; from sea to shining sea: Yes We Can.